Roberto, Night Porter
Nome: Roberto
Età: 48
Italiano di Milano
Professione: lavoro presso Arlington House Apartments come Night Porter. Mi occupo dell’accoglienza e permanenza degli ospiti nella struttura e della loro sicurezza notturna.
Qual è il tuo percorso di studi? Programmatore RPG II
Quando hai deciso che era il momento per trasferirti all’estero? Nel 2011, quando mi sono reso conto che la situazione politica e economica italiana si faceva sempre più precaria. In particolare con l’avvento di un Governo Tecnico e con l’approvazione di riforme troppo restrittive per me e la mia famiglia. Mi sono reso conto che era il momento di dare una svolta decisiva alla mia situazione.
Perché proprio Londra? Principalmente, per le opportunità lavorative che questa città offre, molto più che in altri Paesi. Poi ho un figlio piccolo che ha iniziato la scuola primaria qui in UK; per lui sarà in futuro più facile trovare lavoro parlando correntemente italiano, inglese e albanese (la lingua della madre). Inoltre conoscevo già il posto per esserci stato in visita precedentemente.
Che conoscenza avevi dell’inglese al tuo arrivo? Buona, avendo viaggiato per vent’anni all’estero.
Cosa hai fatto appena arrivato in UK? Mi sono messo subito in moto per cercare lavoro, anche perché fortunatamente avevo già trovato una casa prima di partire tramite un amico inglese. Dopo un mese di curriculum e interview, ho trovato il mio primo lavoro da Night Concierge. Mi sono poi mosso per iscrivere mio figlio a scuola andando all’ufficio competente del Council dove all’atto dell’iscrizione hanno smistato il bambino alla struttura più vicina a casa con posti disponibili.
Quale era il tuo sogno? Il mio sogno era in verità andare a vivere in Australia, dove ho un cugino e famiglia. Ma per questioni logistiche non sono riuscito ad andare così lontano.
Cosa significa lavorare di notte tutti i giorni? Molto pesante dal punto di vista più mentale che fisico, anche se come in tutto ci si fa l’abitudine. Tra l’altro non è che a Londra ci sia tanto sole di giorno quindi non si perde poi molto! Scherzi a parte è anche il miglior modo per gestire il bambino, visto che mia moglie lavora di giorno e quindi almeno uno dei due genitori è sempre disponibile. Non posso lamentarmi degli orari insomma!
Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate al tuo arrivo? Fortunatamente nessun problema in particolare, se non quello del clima. Ma ci si fa l’abitudine fidatevi!
Raccontaci un po’ della tua esperienza… come hai trovato lavoro? Un poco come tutti, tramite un’agenzia trovata su internet, alla quale ho inviato il mio CV. Dopo quattro giorni dall’intervista mi hanno chiamato per iniziare a lavorare con loro, come inizio non male! L’unica pecca: era un lavoro temporaneo per il quale venivo sballottato su molteplici luoghi a Londra. Ero quindi comunque sempre alla ricerca di un lavoro più stabile e permanente. La giusta occasione è capitata dopo circa un anno cambiando agenzia (Acme Appointments); mi hanno trovato il lavoro permanente che mi serviva (dove sono tutt’ora) in modo da poter essere anche più stabile economicamente e più vicino a mio figlio.
Qualche consiglio agli italiani che sono in partenza per il Regno Unito con famiglia e figli piccoli al seguito. Cosa non deve proprio mancare prima della partenza? La volontà di non voltarsi mai indietro con le prime difficoltà, per il bene dei propri figli. Avranno molte più possibilità qui che in Italia. Quindi a livello pratico, informarsi bene sul sistema scolastico inglese, ed organizzare tutto il resto in funzione di esso.
Dove vedi il tuo futuro tra 10 anni? Qua a Londra con la mia famiglia, da quasi pensionato!
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