Francesco: ingegnere geotecnico a Londra e il lavoro trovato a distanza

Francesco di Rosario

Nome: Francesco Di Rosario

Età: 33

Professione: Ingegnere geotecnico

Percorso di studi: Dottorato di ricerca in ingegneria geotecnica, laurea specialistica in ingegneria ambiente e territorio

Da quanto tempo vivi a Londra e perchè ti sei trasferito qui? Vivo qui da oltre 5 anni (marzo 2008) e mi trasferii a Londra dopo aver inviato un centinaio di CV in Italia senza ricevere alcuna risposta. Ben presto, capii che senza un contatto diretto con qualche azienda non avevo alcuna chance di lavorare in Italia. La mia fu una profonda insoddisfazione poichè notai che i miei sforzi – laurea a 24 anni e dottorato a 28 – erano stati inutili. Mandai quindi 4 CV alle consulting principali di ingegneria a Londra (Atkins, Arup, Mottmac e Halcrow): feci 4 colloqui in 3 giorni.

Che conoscenza avevi dell’inglese al tuo arrivo? Abbastanza buona visto che avevo vissuto 4 mesi in Canada durante il periodo del Dottorato. Fu una bella full-immersion poichè nella regione in cui mi trovavo (Alberta) vi erano pochissimi connazionali.

Dopo quanto tempo hai trovato il primo lavoro? Immediatamente: mi trasferii a Londra già con il lavoro in tasca, nonostante il mondo dell’ingegneria civile fosse un po’ sottovalutato in Inghilterra. Basti pensare che engineer viene chiamato anche l’idraulico o l’elettricista, con tutto il rispetto per tali professioni. Si lavora su progetti importanti ma si fa solo un pezzettino di base sullo stesso, senza correre rischi e senza job rotation. A questo aggiungo però anche che, durante le Olimpiadi, ero l’unico ingegnere geotecnico del mio team e ciò mi ha ricoperto di un certo orgoglio. Ad ogni modo, non sarei mai venuto a Londra senza aver trovato già un lavoro dall’Italia, avrei piuttosto mandato CV in altri paesi.

Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate a Londra? Il tempo e gli inglesi. A parte la battuta, occorre far capire che a chiunque volesse vivere qui per più di 3 mesi, deve calarsi in un’altra dimensione, dove tutto quello che noi “europei” abbiamo come certezza, viene messo in discussione. E non mi riferisco solo alla guida a destra, ma allo standard delle case (ancora oggi costruiscono lavandini senza miscelatore, avere un topolino in casa è come avere le formiche da noi), alla qualità e considerazione media che viene dato al cibo (è vero che si ha una varietà di ristoranti fantastica ma è pur vero che il ristorante “medio” ha livelli di qualità e pulizia molto bassi) per poi arrivare alla velocità con cui si muove la città che porta le persone a non fermarsi per aiutare chi è in difficoltà, a passarci sopra o a schivarli. Londra è come una giungla: vige la legge del più forte.

Qualche consiglio agli italiani che sono in partenza per Londra e cercano lavoro nella capitale inglese? Qualcosa che credi non possa mancare nella ricerca lavoro? Non pensare di diventare paperon de paperoni. A vedere l’esperienza a Londra come un’esperienza di vita in primis e poi lavorativa. Non credere che solo perchè ti arriva lo stipendio a fine mese il lavoro qui sia meglio che in Italia e fare una scelta mirata al proprio settore di interesse. Consiglierei di venire qui ai laureati in economia, medicina, fisioterapisti, notai, avvocati internazionali, marketing ma non a “tutti” i laureati. Consiglio anche di non “addormentarsi”, poichè ho visto molti ragazzi adattarsi a lavoretti come baristi ai Caffè Nero di turno e poi stazionare lì dimenticandosi del motivo o settore per cui si sono trasferiti…ad un certo punto bisogna avere il coraggio di lasciare anche queste mini-certezze e perseguire il proprio obiettivo.

Se vuoi anche tu raccontarci la tua storia, scrivici a cvandcoffee@cvandcoffee.com