Emiliano: Responsabile vendite

Emiliano Faccia ItalianaNome:  Emiliano

Età: 29

Provenienza: Nettuno

Professione: Membership Sales & Engagement Executive presso Sedex 

Studi: Master in Management dei Progetti Internazionali C.A.F. con Il Sole 24 Ore

Da quanto tempo vivi a Londra e cosa ti ha spinto a trasferirti qui?

Vivo a Londra da oltre un anno, dal febbraio 2013. Londra però non è stata la mia prima tappa in UK, ho vissuto e lavorato due anni nel Nord dell’Inghilterra. Il desiderio di trovare un lavoro che mi desse nuovi stimoli e opportunità di crescita mi ha spinto a trasferirmi qui.

Raccontaci come hai trovato lavoro.

 In realtà un po’ per caso, diciamo che è il lavoro che ha trovato me. Nell’estate del 2011 decisi di fare un viaggio on the road in Inghilterra e Scozia. In quell’occasione, conobbi un ragazzo che lavorava in un’azienda nel settore del Customer Service. Mi disse che l’azienda stava cercando personale con la conoscenza dell’inglese, dell’italiano e dello spagnolo, che io conosco molto bene. Al tempo avevo un contratto a progetto che sarebbe scaduto a settembre, così una volta tornato in Italia decisi di inviare il mio CV  e dopo un primo colloquio telefonico e un colloquio face to face mi dissero che potevo iniziare a lavorare.

Quindi non ti sei trasferito in Inghilterra a causa della crisi?

Non sono partito per mancanze di opportunità, infatti quando sono arrivato la crisi in Italia ancora non si sentiva. La mia scelta è stata dettata più che altro da un fattore personale. La mia ragazza è spagnola e dovevamo trovare insieme un posto dove avremmo potuto vivere bene e trovare entrambi lavoro. In un primo momento avevo pensato di trasferirmi in Spagna ma poi avendo trovato un’opportunità nel Regno Unito abbiamo deciso di venire a vivere qui. Londra poi mi è sempre piaciuta, fin da piccolo, da quando leggevo Dylan Dog (ride).

Quando ti sei trasferito in Inghilterra pensavi già che saresti rimasto tutto questo tempo o programmavi un rientro a breve?

L’unica decisione che avevo preso quando cominciai a pensare di spostarmi fuori dall’Italia, era quella che mi sarei trasferito all’estero solo se avessi avuto la possibilità di fare un lavoro di ufficio. Non avevo assolutamente intenzione di spostarmi solo per fare un’esperienza, dovendo magari lavorare in ambienti e settori di lavoro che non mi interessavano.

Per quanto riguarda la mia permanenza a Londra, mi considero un cittadino europeo e non percepisco Londra come troppo lontana dall’Italia. Le distanze e i costi sono gli stessi per una persona che ha famiglia nel sud ma che lavora nel nord d’Italia. In due ore sono a casa, potrei tornare domani o rimanere per sempre, chi lo sa.

Quali sono le tue esperienze lavorative in Italia?

Dopo l’Università ho fatto un Master con il Sole 24 Ore nel quale erano compresi sei mesi di tirocinio in Progettazione Europea. Dopo questi primi mesi di lavoro non retribuito, mi è stato offerto un contratto a progetto di sei mesi, poi di altri sei. Ma a quel punto avevo voglia di cambiare, il contratto a progetto mi aveva stancato e visto che avevo già trovato altre opportunità in Inghilterra decisi di licenziarmi e partire.

Perché hai deciso di lasciare il Nord dell’Inghilterra per trasferirti qui? Quanto hai impiegato per trovare un lavoro a Londra?

Lavorare nel Customer Service a volte è molto faticoso. Dopo un primo periodo di turni diurni, poiché lavoravo con il Sud America, ho iniziato a fare il turno di notte. Questa situazione è andata avanti per sei mesi finché ho deciso che era arrivato il momento di cambiare. Nel frattempo la mia ragazza si era trasferita a Londra, ho cominciato quindi a cercare lavoro nel settembre 2012 e dopo una serie di colloqui e di offerte che non mi interessavano, a dicembre ho finalmente trovato lavoro presso Sedex,  un’azienda che cercava personale con background differenti  da formare e far crescere all’interno dell’azienda.

In cosa consiste il tuo lavoro?

E’ una via di mezzo tra vendita pura e IT support, più che Customer Service. Vendo il prodotto, cioè la Membership dell’Azienda, e seguo il cliente per tutto il procedimento che riguarda la registrazione on-line. C’è poi l’ufficio che si dedica al Customer Service e a tutti i problemi che si possono verificare in seguito all’acquisto della membership, ma quello è un campo di cui non mi occupo più.

La tua crescita professionale è stata veloce?

Ho iniziato nel febbraio 2013 e già dopo sei mesi ho avuto la prima promozione. Sono stato avvantaggiato dal fatto che il dipartimento vendite dell’azienda era appena nato e quindi in evoluzione, in crescita. Quando sono entrato in azienda mi occupavo di Membership Sales, ma vendevo la membership a una lista di clienti che mi veniva suggerita dal mio Manager. Adesso collaboro con altri colleghi che si occupano di questo, mentre io contatto i clienti più importanti, decido chi partecipa al progetto e quali sono le scadenze da rispettare.

Quando sei arrivato qui a Londra che conoscenza avevi dell’inglese? Credi sia importante partire con una buona conoscenza della lingua?

Quando sono arrivato a Londra avevo un livello medio di conoscenza dell’inglese, lo scritto era buono, ma dovevo perfezionare lo speaking e il listening. Dovendo lavorare con clienti provenienti da altri paesi (India, Pakistan, Stati Uniti) , mi sono dovuto abituare ai vari accenti e adesso ho raggiunto un livello piuttosto alto di comprensione. Credo che per lavorare in Inghilterra una conoscenza media dell’inglese sia necessaria, poi si può sempre migliorare.

Cosa consigli a un italiano che decide di trasferirsi a Londra per trovare lavoro?

Il mio consiglio è quello di non trasferirsi a Londra. Mi spiego meglio. In questo momento il mercato del lavoro è molto competitivo ed è difficile trovare il modo di entrare in un ufficio senza aver avuto precedenti esperienze in UK. L’Inghilterra è grande e fuori da Londra ci sono molte città e cittadine che offrono posti di lavoro. Consiglio quindi di fare una prima esperienza fuori dalla capitale e progettare un avvicinamento futuro a Londra.

Pensi che un CV scritto bene e “all’inglese” possa fare la differenza?

Il CV scritto in stile inglese può fare sicuramente la differenza. Lavorando in progettazione europea ho notato che anche per posizioni di lavoro legate alla Commissione Europea è buona norma evitare l’utilizzo del formato Europass. Quindi quando sono arrivato in Inghilterra sapevo già che la cosa migliore sarebbe stata presentarmi con un CV all’inglese.

In ambito lavorativo cos’ha l’Inghilterra che l’Italia non ha?

La facilità nel creare un’azienda. In Inghilterra il lavoro viene creato, si vende l’idea prima di realizzarla. In Italia invece per far partire un’azienda a volte ci vogliono anni, finché non è tutto pronto, burocrazia, carte ecc è tutto bloccato.

In ambito lavorativo che cos’ha l’Italia che l’Inghilterra non ha?

Purtroppo la staticità. Sessantenni che lavorano e vogliono andare in pensione e trentenni che non riescono ad inserirsi nel mondo del lavoro perché il mercato è saturo.

Cosa odi e cosa ami di Londra?

Con Londra ho un rapporto di amore/odio. Mi piace molto vivere qui, ma avendo lavorato anche nel Nord dell’Inghilterra noto una certa mancanza d’identità. Londra non rappresenta affatto il Regno Unito, è una città libera, che si trasforma a seconda delle persone che ci vivono. Credo che questo sia il suo bello e il suo brutto.

L’achievement più importante che puoi dire di aver raggiunto a Londra?

Sicuramente il contratto a tempo indeterminato e quindi la sicurezza per il futuro.