Pedalare a Londra

Il ciclismo a Londra è un business rischioso, non c’è dubbio a riguardo: fare lo slalom tra bus, taxi ed il tumultuoso fiume di pedoni che bagna ogni strada è un’attività che richiede una certa abilità sui pedali, grande concentrazione e soprattutto un pizzico di fortuna.

Se si possiede queste tre qualità, e soprattutto se si è stufi di aspettare 20 minuti per un bus che andrà immancabilmente ad imbucarsi nel traffico sprecando tempo prezioso, allora non possiamo che consigliare di sellare la bici e riporre la Oystercard in un cassetto. E’ per voi prodi quindi, che spiegheremo un poco la situazione per chi si sposta sulle due ruote nella capitale:

I benefici che deriverebbero da questo nuovo stile di vita risultano parecchio evidenti in un’era in cui i problemi ecologici sono una piaga che ci ritroviamo ad affrontare giornalmente. Ridurre le emissioni, allentare un po’ la pressione sul sistema di trasporto pubblico, risparmiare sui costi, procurare effetti rigenerativi sulla salute, sia fisica che mentale rappresentano una prospettiva niente male, se paragonata alla sensazione di “schiacciamento” che si prova in un qualsiasi bus centrale nell’ora di punta.

Quindi come andare in bicicletta in maniera intelligente in questa grande metropoli? The London Cycle Network(http://www.londoncyclenetwork.org.uk/uploaded_files/LCN_Design_Manual.pdf) fornisce una mappa con tutte le piste ciclabili disponibili, nonché un elenco delle regole da seguire e di consigli pratici per una migliore esperienza alla “guida”.

Le piste ciclabili variano da quelle ben definite, dove protezioni dividono i ciclisti dal resto del traffico, a vie larghe non più di un metro, che non lasciano nessuna via di fuga in caso di emergenza. Se ci si sposta fuori dal centro comunque, ci si imbatte generalmente in aree più sicure e con un’atmosfera più rilassata.

Senza dimenticare che dove le piste non fossero presenti, i ciclisti sono autorizzati a muoversi sulla corsia dei bus.

Sentieri ciclabili corrono anche attraverso tutti e quattro i parchi reali (St James’s, Hyde Park, Regent’s Park e Green Park), e per itinerari più turistici, come lungo il Tamigi ed i canali di Londra. Dettagli e guide scaricabili possono essere ottenuti dal sito del Transport for London (www.tfl.gov.uk) nella sezione “cycles”.

Una paura comune per il ciclista seriale è quella dei furti. La polizia metropolitana riporta che ogni anno vengono rubate in città un numero vicino alle 60.000 biciclette.

Per affrontare questo problema, è già stato messo in atto un imponente investimento nelle infrastrutture, con un piano di investimenti (chiamato “Creating a Chain Reaction” https://www.tfl.gov.uk/info-for/media/press-releases/2004/february/creating-a-chain-reaction) partito nel 2004 e destinato a durare almeno fino al 2020, secondo le intenzioni del sindaco Boris Johnson.

Ci sono attualmente più di 10.000 parcheggi liberi per biciclette in tutta Londra, oltre che parecchi multi parcheggi per auto che offrono uno spazio gratuito e, per aumentarne la sicurezza, video-sorvegliato.

Un’altra soluzione intelligente, che escluderebbe il problema parcheggio, è il servizio Barlcays Cycle Hire (http://www.tfl.gov.uk/modes/cycling/barclays-cycle-hire) – di cui già abbiamo parlato in precedenti articoli – che puntella ogni zona del centro, e permette di affittare la bicicletta per un breve periodo di tempo. E’ chiaro però che questo non converrebbe dal punto di vista economico in caso di utilizzo quotidiano del mezzo.

Per queste situazioni, il gigantesco mercato dell’usato londinese permette di comprare ottime “bikes” online spendendo cifre davvero irrisorie, a volte anche solo il prezzo di una travelcard settimanale!

I miglioramenti sono dunque sotto gli occhi di tutti, così come gli sforzi politici che si stanno continuando a fare, ma nonostante ciò, è comunque sempre meglio ricordare che andare in bicicletta a Londra, come mezzo di locomozione piuttosto che come svago, non è come fare un’allegra scampagnata fuori città; con il volume di traffico che c’è, tutti i benefici sopra elencati sono controbilanciati dalla lotta costante per lo spazio attraverso fumi dello smog e tassisti impazienti che il più delle volte non prestano la dovuta attenzione ai ciclisti. I problemi si affievoliscono, ma non verranno cancellati tanto velocemente.

Londra è ancora indietro molte altre città europee – Olanda e Danimarca sono gli esempi più positivi, dove andare in bicicletta è parte integrante della vita di tutti i giorni e le infrastrutture sono ancora più avanzate – ma da vera capitale sta cambiando pelle in maniera inaspettata.

Più biciclette significa meno macchine per la strada, con positivi risultati anche per il trasporto pubblico (e quindi per tutti i non ciclisti).

Se siete stanchi di sedervi mezz’ora ogni giorno in un bus o infilarvi sotto terra in un treno di metallo – senza vedere la luce del giorno – e volete essere parte attiva di questo cambiamento, non vi resta che saltare in sella e cominciare a pedalare!

Articolo di Ugo Mignola