Parlare inglese mi cambia, mi blocca, tira fuori il peggio di me, cosa può aiutarmi? La psicologa Rosa Pastena risponde

Lingua & Identità – di Rosa Pastena – Psicologa clinica e Psicoterapeuta

Cercare di tenere i nervi sotto controllo durante un colloquio è di per sè molto difficile, quando poi lo si fa in una lingua che non è quella di origine può diventare un’impresa ancora più ardua. Ma riuscire a controllare i nervi non è la sola conseguenza con la quale si ha a che fare quando si è costretti ad esprimersi in una lingua che non è quella di origine. Molti studi dimostrano come l’espressione di sè può avere un impatto sulla propria identità e di consegueza su comportamenti e personalità.

E’ capitato a tutti noi di voler comunicare un concetto in un certo modo per poi finire ad esprimersi totalmente diversamente dalle intenzioni originarie. Per quanto questo possa farci sorridere, a volte può diventare estremamente difficile e imbarazzante. La nostra autostima ne può risentire al punto tale da limitare future conversazioni.

Infatti, vergogna e imbarazzo entrano in campo e con essi la paura di aprire bocca in ogni occasione. Ovviamente ne risente meno chi è meno timido ma alle volte, persino chi è più sfacciato puoò ritrovarsi diverso, addirittura intimorito.

Si finisce per concentrarsi su dettagli quali l’accento troppo forte, la grammatica sbagliata, la pronuncia errata etc etc…ma è davvero questo che conta?

Certamente potersi esprimere correttamente è un vantaggio da non sottovalutare, soprattutto quando si compete per certe professioni in cui la comunicazione è centrale.

Ma spesso è più la mancata dicurezza e capacità di vendersi a giocare a nostro sfavore.

Cosa può aiutarci a presentarsi bene nonostante le difficoltà linguistiche?

  • Innanzitutto pensate a presentarvi in modo abbastanza sicuro ma mai arrogante. Saper raggiungere un buon livello di compromesso tra sicurezza di sè e umiltà è quasi sempre vincente. L’umiltà, dote spesso sottovalutata, mostra al vostro potenziale capo che siete pronti e disposti ad imparare.
  • Ricordatevi SEMPRE che la scelta di lasciare il proprio paese, famiglia…e comfort zone è già stato un atto di coraggio. Ricordarsene in ogni momento può aiutare ad entrare in contatto con quella parte coraggiosa di sè già presente.
  • Cercate di non essere troppo sopra le righe, troppo simpatici, troppo amichevoli…il troppo gli inglesi lo gestiscono male. Questa è una delle differenze culturali più marcate; gli italiani tendono ad ostentare, gli inglesi sono understated e discreti per definizione. Tenetelo in mente; mostra comprensione verso la cultura inglese e le sue regole. Elemento essenziale per integrarsi davvero e non vivere in little Italy.
  • Fallire non vuol dire essere un fallito/a e sebbene questo sia un un cliché molto utilizzato è altrettanto vero. Chi si mette in gioco ovviamente può sbagliare. E’ una semplice questione statistica, ma è questo che rende il conseguimento degli obiettivi ancora più soddisfacente.
  • Infine…avete mai ragionato sul fatto che in inglese l’espressione “brutta figura” non esiste? Un motivo ci sarà. Approfittate dell’anonimosità di una città come Londra, nel caso diciate una cosa per un’altra oppure abbiate la sensazione di aver fatto una pessima performance…nessuno se ne ricorderà! Voi si, ve ne ricorderete ma dopo qualche anno e soprattutto dopo aver raggiunto l’obiettivo desiderato sarà l’episodio più divertente da raccontare!

 

rosa.pastena@cvandcoffee.com