Valeria: Teaching Assistant

Valeria snapshotNome: Valeria

Età: 28

Luogo di nascita: Lecce – Giorgilorio

Formazione: Triennale e Specialistica in Lingue e Letterature Straniere (Inglese e Spagnolo), Master Degree in English Language Teaching with specialism in Multimedia and ICT alla Warwick University.

Professione: Teaching Assistant/Supply Teacher

Da quanto tempo vivi a Londra e cosa ti ha spinta a trasferirti qui? Mi sono trasferita a Londra lo scorso ettembre, ma avevo già vissuto nel Regno Unito per tre anni durante il mio Master Degree.  Dopo aver conseguito un’abilitazione all’insegnamento, in Italia non riuscivo ad ottenere un lavoro come  insegnante, se non gratuitamente, e quindi ho deciso di spostarmi all’estero.

Perché proprio Londra e non un’altra città europea? Un po’ perché il mio ragazzo (italiano ndr) abitava già qui, un po’ anche perché essendo la capitale inglese offriva sicuramente più sbocchi lavorativi.

Insegnavi anche in Italia, oppure svolgevi altri lavori? In Italia, mentre conseguivo l’abilitazione, ho insegnato part time in una scuola di lingua privata, grazie al CELTA. Questo perché in Italia insegnare senza abilitazione è praticamente impossibile. Considerando anche l’enorme difficoltà che c’è nell’insegnare pur essendo abilitati.

Come mai hai deciso di diventare insegnante? La verità è che non lo so! E’ una passione che ho sempre avuto fin da bambina, ho sempre desiderato diventare insegnante. Verso gli ultimi anni del liceo ho capito che quello che volevo insegnare era l’inglese, ma anche in quel caso è stata più una vocazione che non una vera e propria scelta razionale legata a dei criteri.

Che differenze hai trovato tra l’Università italiana e quella inglese? Innanzitutto dal punto di vista degli edifici e delle strutture. Il campus di Warwick è molto attrezzato, teatri, palestre, alloggi, di tutto. Le aule sono nuove e tutto è ben curato nei minimi dettagli. Dal punto di vista della docenza, i professori sono molto umili e non hanno manie di onnipotenza come invece ho potuto riscontrare a volte in Italia…Avevo un Tutor che mi seguiva ogni settimana e mi chiedeva se avevo dei problemi e se poteva fare qualcosa per me. La preparazione non posso dire che sia superiore a quella italiana, almeno nel mio caso ho sempre avuto docenti preparati, in entrambi i Paesi. Volendo trovare un difetto a quella inglese, posso dire che qui c’è un approccio molto pragmatico, a volte anche troppo, la teoria è davvero minima. Anche se per me era l’ideale venendo dall’università italiana che ha il problema opposto ed in cui la teoria la fa da padrona.

Quali erano le aspettative quando sei arrivata qui e quali sono adesso? Quando mi sono trasferita non avevo tantissime aspettative, ma sicuramente credevo sarebbe stato più semplice trovare lavoro. E’ anche vero che non ho cercato lavori che non coincidessero con la mia preparazione, ma mi sono limitata a cercare nel campo dell’insegnamento fin da subito senza accontentarmi di altri lavori che probabilmente avrei trovato più facilmente.

Che conoscenza dell’inglese avevi quando sei arrivata? Ottima per diversi motivi, tra l’università di lingue in Italia e quella a Warwick devo dire che la conoscenza dell’inglese non è stata affatto un problema.

Hai trovato subito lavoro nel tuo campo? Dopo la laurea in Inghilterra ho lavorato per due anni come Italian Language Assistant in una scuola a Glastonbury. Poi sono tornata in Italia per conseguire l’abilitazione e a settembre, dopo aver lavorato in estate come EFL Teacher in una scuola estiva privata, mi sono trasferita a Londra. Dall’ultimo trasferimento a quando ho avuto il primo lavoro è passato circa un mese, però ripeto, ho cercato esclusivamente nell’ambito dell’insegnamento perché avevo paura che iniziando un lavoro in un altro settore non avrei poi avuto il tempo o il modo di continuare la ricerca in quello che volevo fare.

Come hai trovato i vari lavori nell’ambito dell’insegnamento? Agenzie, agenzie, agenzie. Io ho cercato di iscrivermi al maggior numero di agenzie possibili, ce ne sono tantissime di specializzate nell’ambito dell’insegnamento. Bisogna considerare anche che ci vogliono dei tempi tecnici per registrarsi con loro, recuperare i vari documenti necessari (di solito chiedono: passaporto, DBS – controllo della fedina penale- conto in banca inglese e l’originale dei vari titoli universitari), fare l’eventuale colloquio e aggiornare il proprio curriculum.

Quanto è importante la costruzione del CV nella ricerca di questo tipo di lavoro? Credo sia fondamentale. Il CV è lo strumento tramite il quale l’agenzia decide se mettersi in contatto oppure no. Quindi evidenziare i propri punti di forza e le proprie esperienze e avere un CV che sia adeguato al mercato del lavoro inglese è davvero una cosa essenziale.

In che consiste il tuo lavoro come Teaching Assistant e come Supply Teacher? In realtà non è facile da descrivere, perché alla fine lavoro tramite agenzia e a chiamata, quindi il lavoro cambia completamente in base alla posizione che mi viene offerta di giorno in giorno, finora ho lavorato dalla scuola materna alla scuola superiore. In generale, ci sono scuole in cui si tratta soltanto di assistere l’insegnante, altre in cui ti viene affidato uno studente con bisogni educativi speciali (SEN – Special Educational Need Students ndr) e lì il lavoro consiste nel personalizzare la lezione il più possibile in base ai suoi bisogni e programmare attività che rispettino i suoi tempi e le sue difficoltà.

Descrivi una tua giornata lavorativa tipo. Tutto dipende dalle agenzie. A volte mi contattano il giorno prima per il giorno dopo. Altre volte mi chiamano verso le 7.00 e mi chiedono se sono disponibile. In generale direi che ho la sveglia alle 7.00, pronta per eventuali telefonate. Poi a seconda di dove devo andare mi preparo e vado a prendere i vari mezzi di trasporto per raggiungere la scuola. Se si tratta di un posto in cui non sono mai stata cerco di parlare con preside ed insegnanti per capire in cosa consisterà il mio lavoro. Normalmente finisco tra le 15 e le 16 e c’è sempre una pausa pranzo, a volte di 45 minuti, a volte di un’ora, a seconda della scuola.

Che consigli daresti a chi si deve trasferire a Londra per fare l’insegnante? Di armarsi di tanta pazienza e di voglia di fare perché la competizione è altissima. Bisogna essere disposti a mettersi in gioco e a cambiare lavoro ogni giorno, alzarsi la mattina senza sapere dove si andrà a lavorare, almeno all’inizio.

Come ti sentivi appena arrivata e come ti senti adesso? Appena arrivata ero piena di speranze. Credevo che avrei trovato lavoro immediatamente. Ora sono più consapevole e più realista, ma sicuramente sono contenta di essere riuscita a trovare il modo di lavorare e di riuscire ad essere economicamente indipendente.

Quali sono gli aspetti positivi e i punti di forza del Regno Unito? La meritocrazia. La cosa che mi piace di questo Paese è che anche se non sei nessuno sei pur sempre fautore del tuo destino e riesci a cavartela nel bene e nel male. Credo sia proprio questa la cosa che attira tutti gli italiani che vengono a Londra a cercare fortuna.

La cosa che odi di più di Londra? Il tempo. Odio che non ci sia il sole!

La cosa che ami di più di Londra? Il mio ragazzo!

L’achievement più grosso che puoi dire di aver raggiunto? L’essere riuscita a prendere in mano la mia vita e a cambiarla senza scoraggiarmi, resistere anche nei momenti più bui continuando a credere nella possibilità di realizzare i miei obiettivi e vederli raggiunti, seppur con tanta fatica.

Cosa credi non possa mancare nella ricerca del lavoro? 

Una buona conoscenza dell’inglese. Vedo molti italiani venire qui senza saper dire una parola d’inglese, convinti che riusciranno a trovare lavoro comunque… La verità è che Londra è una città immensa e con una competizione che a volte fa davvero paura, per cui bisogna essere all’altezza degli altri concorrenti se si vogliono avere le stesse opportunità.