(non) Parlare inglese

La scorsa settimana ero ad Amsterdam, non per selezionare nuovi coffee shops, ma per una mini vacanza. Città carina, ordinata e dove la qualità della vita è certamente migliore che a Londra.

Il motivo però per cui scrivo questo post non è di tipo turistico (anche se mi piacerebbe recensire città e ristoranti) ma per soffermarmi su un punto che mi ha lasciato molto sconvolta (in maniera positiva per gli olandesi, meno per noi italiani).

Tutti, e dico tutti ad Amsterdam (ma immagino che sia lo stesso nel resto dell’Olanda) parlano inglese. Dalla cassiera al supermercato alla vecchietta di 80 anni che compra i fiori al Bloemenmarkt, dal gestore del ristorante (non turistico e quindi non necessariamente abituato agli stranieri) al passante di turno, gli olandesi hanno un’ottima conoscenza della lingua inglese. Ma non un basic English, bensi un livello fluent!

A quel punto (deformazione professionale) mi è venuto naturale fare una riflessione: “noi italiani siamo messi malino”.  Mi spiego meglio.

Sono tanti i connazionali che incontro, vedo e conosco ogni giorno grazie al mio lavoro e molti hanno delle buone capacità linguistiche, oltre che ottime competenze. Ma sono altrettanto molti (e forse di più) gli italiani che credono di saper parlare inglese ma di fatto confondono il saper ordinare una pinta al pub con la padronanza della lingua per lavori di ufficio.

E allora mi collego ad un’altra riflessione che invece faccio ogni giorno.

Se non si parla inglese, ma si programma un trasferimento in paesi anglosassoni, si può cominciare a studiare dall’Italia per cercare di migliorare, quanto più possibile, la conoscenza (soprattutto grammaticale) della lingua. Consiglio a tal proposito di leggere libri in inglese, ascoltare la radio, guardare la TV (il sito della BBC  è  un buon punto di partenza).

Certo, sarà difficile la ricerca lavoro (anche con un ottimo CV) se l’inglese è molto basic. E questo vale anche per lavoretti nei ristoranti!

Sarà invece impossibile con una conoscenza basic trovare lavoro in ufficio (sognare va bene ma delirare è diverso).

Molti credono che trascorrere un mese a Londra (o in altre città dove si parla inglese) sia sufficiente per imparare la lingua. Magari! Il processo di apprendimento è lungo,  richiede costanza, impegno, studio e non dura solo 30 giorni! Io sono qui da 6 anni e ancora studio…

Quando arrivai in UK nel 2008 in pianta stabile (avevo già vissuto nell’estate 2002 e per un semestre nel 2003), provenivo da paesi francofoni. A parte la confusione tra le lingue, e nonostante io conoscessi già bene Londra e parlassi un buon inglese (al punto da trovare il primo stage in una charity a distanza di una settimana dal mio arrivo), i primi 30 gg sono stati di assestamento. Londra è una citta enorme e la grandezza può spaventare / spaesare e non bisogna sottovalutare un elemento così importante: abituarsi ad una nuova vita, ricominciare da zero, capire bene il quartiere dove si vive e con chi si vive, il cibo, la cultura, i mezzi di trasporto. Insomma, è ingenuo pensare che 4 settimane bastino per diventare madrelingua. Se così fosse, saremmo tutti poliglotti.

Articolo di Teresa Pastena

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