Lori: Publisher

Lori

Nome: Lori C.

Età: 35

Italiana di: Torino

Professione: Publisher Services Manager presso un’azienda che si occupa di formati pubblicitari per campagne su internet.

Corso di studi: Scienze della comunicazione a Torino (vecchio ordinamento) e poi postgraduate diploma in Fashion Marketing al London College of Fashion.

Da quanto tempo vivi a Londra e cosa ti ha spinto a trasferirti qui? Vivo a Londra da gennaio 2006. Stavo già pensando di espatriare ma non ci volevo venire qui. Poi ho trovato un lavoro di un mese e mezzo in occasione di Torino 2006; stavano organizzando un road show in varie capitali d’Europa e mi hanno proposto di andare a Londra. Volevo andarmene dall’Italia perché la crisi c’è sempre stata, anche  10 anni fa quando ero all’università. In Italia i giovani crescono con un’autostima sotto le scarpe: fin da piccolo ti senti dire ‘ se fai architettura, ti ritroverai a dipingere le vetrine di Natale nei negozi e non combinerai nulla – se vai all’università, devi fare ingegneria o economia… filosofia, lettere, sono una perdita di tempo’ e pensare che l’università Italiana è davvero ottima.

Ora anche qui le cose si fanno difficili ma io vedo che chi è ingegnere fa l’ingegnere, chi è architetto fa l’architetto e lo fa bene. Non finisce in un call center con il contratto interinale rinnovabile di settimana in settimana, il che è davvero frustrante. In Italia non avevo alternative, lavoravo in bar, locali, call center… perdevo tempo. Poi è capitata questa occasione con Torino 2006 e sono partita.

Che conoscenza avevi dell’Inglese al tuo arrivo? Avevo una conoscenza povera della lingua, nonostante pensassi di saperlo perché ho vissuto a New York per qualche mese nel 1999-2000 ma lavorando per un’azienda italo-americana ero molto facilitata. Arrivata a Londra mi sono resa conto di non avere affatto la padronanza della lingua.

Hai trovato subito lavoro nel tuo campo? Se no, qual è stato il tuo primo lavoro? Dopo aver lavorato negli aeroporti per Torino 2006, il primo anno ho lavorato full-time in un call centre italiano di scommesse sportive con contratto a tempo indeterminato da subito e turni e orari flessibilissimi. Nel frattempo cercavo altro e dopo un anno ho lasciato perché non volevo più lavorare in italiano solo con italiani e ho trovato lavoro in un’azienda di ricerche di mercato, pagato meno del precedente, ma almeno nel mio CV sarebbe suonato più inerente al mio campo di studi, a cui stavo cercando di avvicinarmi.

Poi, tramite una ragazza che ho conosciuto ad un colloquio (che è tutt’ora mia amica!) ho trovato lavoro in un hotel come organizzatrice di business events. Era noioso da morire ma non mi importava più di tanto, perchè era un altro passettino verso la mia meta, che era entrare in pubblicità digitale.

Dopo tanta pazienza e nove mesi in questo posto finalmente sono stata assunta da Yahoo! Dopo mille tentativi ce l’avevo fatta, non lo dimenticherò mai! Quindi io ci ho messo circa un paio d’anni ma è variabile, ci puoi mettere di meno o di più, dipende dalla tua testa dura e determinazione. Io ero determinatissima, ma prima ho fatto tante di quei colloqui e anche molti pianti quando le cose non andavano e non riuscivo. Però sapevo che qui era solo una questione di tempo, in Italia no.

In Yahoo ho iniziato come trafficker, programmavo le campagne pubblicitarie e testavo gli annunci. Dopo 8 mesi sono diventata campaign manager, occupandomi del partner Eurosport (curavo tutte le pagine sportive d’Europa).

Nel frattempo, i vecchi sogni ora realizzati hanno lasciato il posto ai nuovi sogni e ho deciso di cambiare ancora. Grazie a Yahoo mi si erano aperte le porte della carriera, essendo un nome conosciuto, il mio CV era più credibile e avevo arricchito in modo considerevole le mie competenze negli ultimi anni. Così, ho trovato un posto come account manager di un’azienda di ad serving , una piattaforma che permette ai siti di servire e tracciare ad vendendo gli spazi sul proprio sito.

Infine, il mio attuale lavoro non l’ho cercato, mi hanno trovata loro su Linkedin, hanno chiesto a contatti in comune informazioni su di me e mi hanno fatto l’offerta.

Come ti sentivi appena arrivata e come ti senti adesso? Quando sono venuta qui, come immaginavo visto che ci ero già stata due volte, la città non mi piaceva per niente, guardavo tutti con un’aria di superiorità, perché non apprezzavo il loro modo di vivere e di divertirsi e da brava italiana presuntuosa pensavo che siccome non piaceva a me, era sbagliato. Questo punto con gli anni l’ho rivisto e cercato di eliminarlo. Adesso ringrazio il cielo ogni santo giorno di avermi portata qua, sempre! Non tornerei in Italia. Dopo tante difficoltà di integrazione, adattamento, cerca casa, cerca lavoro, cerca amici….ne é valsa la pena ho imparato tanto; mi sono evoluta come individuo, sono più me stessa e ho imparato a mettermi in discussione, a essere più umile, a credere nelle mie capacità e nei miei sogni. Sono infinitamente grata a questo Paese e alle opportunità che ho avuto, mi ha cambiato la vita.

Quali sono le maggiori difficoltà riscontrate a Londra? E quali invece gli aspetti positivi e i suoi punti di forza che ti hanno fatto capire che era la scelta giusta per te?

Quando arrivi, sei completamente decontestualizzato, sei scaraventato in un altro mondo, con un’ altra cultura, altra mentalità, altre tradizioni. Riesci a vederti dal di fuori, come se fossi un film, vedi come riesci a destreggiarti in mezzo a mille difficoltà senza avere il supporto psicologico di famiglia, amici e  della cultura italiana a cui sei abituato.

Poi a poco a poco, impari: sbagli, ti fa male, soffri, ti rialzi, cadi di nuovo, ma poi le cose iniziano a prendere un’altra forma e ti diventano care e familiari. La motivazione si alimenta vedendo chi hai intorno, parlando con la gente che è riuscita e rendendoti conto che non sei in Italia nel bene e nel male. In Italia la gente cerca lavoro, quale non importa, qua no, la gente cerca un lavoro che lo faccia sentire felice ed appagato e gli stipendi variano in base a quello che fai. Ho capito che qui potevo farcela, che esiste un’altra realtà, meritocratica. Mi ha incoraggiata molto una mia carissima amica, con la quale lavoravo nei locali dopo le lezioni all’università in Italia, che è arrivata un anno prima di me. Lei ha iniziato in un ristorante, ora ha fatto carriera da Google e si trova in Australia.

Londra inoltre è un buon compromesso: qui hai i diritti che avresti in Italia, per esempio a New York sono dovuta rientrare perché mi era scaduto il visto. Poi è vicina all’Italia, non è come l’Australia o gli USA, dove comunque hai bisogno di un visto.

Qualche consiglio agli italiani che sono in partenza per Londra e cercano lavoro nella capitale inglese? Credi non possa mancare nella ricerca lavoro?

La conoscenza della lingua è essenziale e non bisogna abbattersi alle prime difficoltà. E’ fondamentale prefiggersi una meta, un obiettivo, poi il modo o modi di arrivare li troverai strada facendo. Ma non fare mai lo sbaglio di pensare ‘no, mah potrei fare tante cose….’ focus! Altrimenti ti perdi e non fai niente. Una volta che hai un goal finale, pensa a tutte le strade possibili e io consiglio di provarle tutte quante e di riprovare se non va. Se vieni a cercare lavoro qui, devi sapere quale lavoro vuoi fare, poi se inizi facendo il cameriere non importa, ma se ad esempio vuoi fare l’arredatore di interni ti devi impuntare su quello e trovare la strada per arrivarci.

Da non fare assolutamente: andare ai colloqui dicendo ‘sono pronto a tutto, faccio quello che c’è’ – implorare non va bene, perché mostri di non avere le idee chiare e scarsa autostima e di conseguenza  vieni scartato! Quindi focus, determinazione, umiltà: inizia a mantenerti con ciò che trovi, purché onesto, ma non perdere di mira i tuoi obiettivi. Poi, parla alla gente dei tuoi sogni, non si sa mai, da cosa nasce cosa!

Sei un italiano anche tu con una bella storia da raccontarci? Scrivici a cvandcoffee@cvandcoffee.com 

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