Gli italiani visti dagli inglesi

Londra è un crocevia di nazionalità e culture diversissime tra loro, che si incontrano e si mescolano nello spazio di una decina di miglia quadrate, è difficile trovare un altro posto al mondo con la stessa varietà.

In un ambiente del genere è naturale osservare le abitudini e i modi di vita di persone di altri Paesi come se fosse quasi un documentario, nonostante tutti tentino di adattarsi ad uno stile di vita sempre più londinese. Perchè alla fine per quanto ci si provi non si riesce mai a mascherare del tutto alcuni elementi tipici delle proprie origini.

Considerando poi che in linea di massima quasi tutti tendino (soprattutto all’inizio della loro esperienza in UK) ad attirarsi la compagnia di altri connazionali, creando quindi gruppi omogenii e più facilmente osservabili, non risulterà strano sentire più e più volte sempre le stesse frasi: gli spagnoli saranno considerati maggiormente “festaioli” e propensi a stare svegli fino a tardi, gli indiani parsimoniosi ed abili nel commercio, ed i polacchi andranno in chiesa ogni domenica mattina.

Sugli italiani vige lo stesso discorso ed anzi, forse siamo proprio noi ad essere il popolo principe dello stereotipo. Il ritratto dell’italiano tipo è così radicato nell’immaginario collettivo, che è difficile vederlo sparire nonostante tutti gli sforzi (e gli achivements) che  i “nuovi” italiani di Londra stanno portando in dote negli ultimi anni, tra cui ricercatori, medici, banchieri ed illustri manager.

Andiamo velocemente ad analizzare questa immagine italiana per gli inglesi e gli stranieri in generale. ricordando sempre che gli stereotipi sono figli di vecchie consuetudini ormai pronte a sparire e che generalizzare è sempre un esercizio sbagliato.

Il tipico stereotipo degli italiani è quello di essere un popolo rumoroso, appassionato ed intrigante, la cui genialità ed inventiva sono sfortunatamente accoppiate spesso con pigrizia ed inaffidabilità,

E’ universalmente noto che veniamo da un bellissimo Paese pieno di tesori. Siamo visti come persone felici ed amanti del divertimento, con uno spiccata propensione per il design, il cibo e la moda. Siamo riconosciuti come eccellenti cuochi, magari cantando qualche pezzo di lirica mentre scoliamo la pasta o impastiamo la pizza, ma terribili nell’organizzazione di una qualsivogllia attività o evento.

 Se sei biondo con gli occhi chiari, un inglese ti guarderà stupito se ti presenti come italiano per loro esiste solo l’immagine dell’uomo latino, scuro di capelli e di carnagione; un demone dell’amore, espatriato per mettere in pratica con le straniere la sua arte amatoria e il suo romanticismo vecchia scuola, Aiutati in questo dall’impeccabilità nello scegliere il giusto vestito per la giusta occasione, non avendo nessun rivale nell’ambito dell’eleganza e del buon gusto.

Gli inglesi, e non solo, considerano fuori dal mondo, al limite dell’omosessualità sopita, la consuetudine di salutarsi con baci tra uomini, in maniera troppo calorosa anche quando non ci si vede semplicemente da un giorno. Sono parecchie le situazioni imbarazzanti che si vengono a creare quando cerchiamo per le prime volte di salutare alla nostra maniera persone conosciute lo stesso giorno.

Il continuo comunicare con ogni parte del corpo che non sia la bocca è ai primi posti della classifica “stranezze made in Italy”; il gesticolare in maniera vistosa contrasta in maniera definitiva con la calma e l’aplomb britannico, ed’è amplificato dal fatto che comunichiamo in una lingua non nostra che solitamente, per pigrizia, ci risulta più semplice aggirare con questi mezzi che mettendosi a studiare duramente la grammatica ed il lessico.

Infine non ci danno una grossa mano come reputazione in Inghilterra le figure politiche più autorevoli che esportiamo come immagine del Paese: Berlusconi è ovviamente l’italiano più famoso. con i suoi goffi tentativi di minimizzare i guai giudiziari e le figure magre raccolte in momenti ufficiali con rappresentanti di altre nazioni, ma oltre a lui gli scandali continui di tutta la classe politica sono visti come lo specchio dell’inaffidabilità di tutta la popolazione, unita alla furbizia che nella maggior parte dei casi ha un’accezione negativa per una cultura puritana come quella britannica.

E voi pensate che questa reputazione sia tutta, o in parte, meritata?

Articolo di Ugo Mignola

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