Carlo, a Londra tra non profit ed eventi

Nome: Carlo

Età: 27

Italiano di… Milano, con metà sangue pugliese.

Che lavoro facevi a Londra? Sono stato intern per una charity per circa 3 mesi, ho fatto in parallelo il volontario in un museo per 8 mesi e ho lavorato per una piccola compagnia di produzione di spettacolo ed eventi per oltre 6 mesi. Organizzavamo eventi e concerti di band provenienti da tutta Europa e ho avuto la fortuna di lavorare in alcune delle location più belle e note di Londra, dalla O2 al Koko.

Percorso di studi: Liceo Classico e Laurea in Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo.

Quanto tempo hai vissuto a Londra? Un anno circa

Qual è stata la tua più grande difficoltà nella ricerca lavoro a Londra? Londra è una città dove la competitività è a livelli altissimi: arrivano persone da tutto il mondo, Cina, India, Argentina, Laos, Russia, e capisci che sei uno su milioni. Sai che altre centinaia di persone faranno domanda per il lavoro al quale desideri candidarti e che ai colloqui, ci andrai probabilmente con altre decine di persone con profili altamente competitivi, che magari hanno due lauree e parlano 4 o 5 lingue. Questo naturalmente porta molto lavoro da fare e ti obbliga ad avere un grande spirito di sacrificio ed un’enorme determinazione. La difficoltà è stata questa: cambiare la mia forma mentis.

Cosa consigli agli italiani in partenza per Londra che cercano un lavoro?A livello pratico consiglio di avere un CV adeguato, scritto secondo i canoni “inglesi”. Rivolgersi a CV&Coffee mi sembra un ottimo punto di partenza perchè il formato del curriculum in inglese è molto diverso da quello italiano e da quello europeo.  Consiglio inoltre di preparare una covering letter competitiva, scritta con metodo e chiarezza.  A livello più teorico, consiglio di essere davvero determinati.  E’ importante prepararsi a volere veramente quel posto di lavoro, quella casa, quella posizione, quel livello di inglese parlato e scritto!  Quanto dicevo sulla competizione che c’è nella capitale inglese è vero . L’Italia è diversa  e la forma mentis dell’italiano (concedetemelo e non offendetevi) un po’ sedentario e pigro deve assolutamente cambiare se si vuole partire per Londra.